“...Segue quindi la curatorìa della Trexenta, pianeggiante (plana) , irrigua e ridente (amena), grande produttrice (feracissima) di ogni genere di cereali (granaglie) e di alberi da frutto (arborum domesticarum) dove stanno i paesi di Ortacèsi … e i paesi distrutti di (at jacent excisa oppida) Bangii, Turris, Sèparae”.
Così scriveva F.Fara nel suo De Chorographia Sardiniae (1570-1590), rimarcando ancora una volta la “consacrazione” della Trexenta alla coltivazione dei cereali, e al grano duro in particolar modo. Nella vaste pianure del Campidano e soprattutto della Trexenta infatti, la coltivazione del grano, non solo ha rappresentato la principale produzione della nostra isola, ma ne è stata per moltissimi anni anche la più caratteristica, occupando gran parte della popolazione in tutte quelle fasi di lavoro, di folklore e di festa che al grano sono sempre state legate.
È nato per questo il Museo del grano di Ortacesus. Per proteggere, difendere, riscoprire e documentare i modi locali e tradizionali della coltivazione e dell’utilizzo del grano. La scelta di dedicare uno spazio al grano, è stata dettata dal fatto che fin dall’antichità, il grano duro, secondo le parole di Fernand Braudel, è stato definito il vero re di questa terra.
La storia e il restauro
Il Museo del grano di Ortacesus è stato realizzato grazie ad un contributo della Regione Autonoma della Sardegna, con un atto aggiuntivo al Programma Integrato d’area, Nuoro 15 – Cagliari 10, e sorge nella casa padronale appartenuta ai Serra, una ricca famiglia di possidenti di Ortacesus.
L’idea di realizzare una struttura museale da destinare al grano, e più in generale alla vita contadina di Ortacesus e della Trexenta, nasce nel 1987. A questo proposito, nel 1988 venne acquisita la casa padronale di proprietà di Adolfo Serra. L’immobile, risalente ai primi del Novecento, era stato realizzato su progetto redatto dall’architetto Salvatore Rattu, docente “ad honorem” all’Università di Cagliari. Inizia così il percorso progettuale dal titolo “Lavori di recupero e restauro di una casa rurale da adibirsi a servizio pubblico socio-culturale per le tradizioni etnografiche della Trexenta”, che inizialmente si articolava in tre fasi: l’acquisizione di un immobile da destinare a sede museale; il suo restauro e il recupero funzionale con opere di adattamento impiantistico; e in conclusione, opere di arredo e di allestimento del museo stesso.
La vecchia Casa Serra, priva di manutenzione da almeno 15 anni, si presentava in gran parte pericolante. Gli ambienti rustici annessi alla casa, erano fatiscenti e utilizzabili solo per il recupero del pietrame. L’interno della casa, invece, si presentava intatto, escluse alcune parti della pavimentazione del piano terra. Questo studio ha rappresentato la base sulla quale poi si sono innestati tutti gli interventi di recupero, adattamento e rifacimento del futuro Museo del Grano.
La copertura esterna venne interamente rifatta, mentre la pavimentazione del piano inferiore, costituita dalle antiche mattonelle a mosaico, venne completamente sostituita da quella attuale. Nella parte esterna della casa, venne costruito il loggiato, “sa lolla”, riproponendo quella che era una caratteristica delle vecchie case campidanesi. Gli annessi rustici, che si sviluppavano ai lati del cortile , hanno subito un restauro conservativo, con l’integrazione di alcune parti necessarie alla realizzazione e alla completezza del Museo del Grano.
Nella prima stanza adiacente alla casa, adibita a vecchia cucina, sono stati realizzati ex novo “su forru a linna”, “sa tziminera” e “is forreddus”.
Nel secondo locale invece, è stata realizzata “S’omu de sa moba”.
Meno modifiche hanno riguardato l’antica “lolla de is bois”, dove, a parte la copertura che risultava pericolante, tutto è rimasto intatto. In questo ambiente si possono ancora osservare gli antichi mattoni crudi “de ladiri”, e il vecchio “impedrau” della pavimentazione, mantenuta originale solo nella parte prospiciente l’abitazione. Il selciato, sulla falsariga di quello originale, venne rifatto nella restante parte del cortile esterno.